AUTOSVEZZAMENTO 👶🏿 VEGAN 🌿 E QUINOA AL TOPINAMBUR 🌼

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Visto che sono al terzo figlio vegan in fase di autosvezzamento, e spesso tante mamme mi contattano in merito a questo argomento, ho deciso di scrivere un post in merito con annessa una ricettina veloce e buonissima 💚.

Prima di tutto partiamo dal presupposto che invece che lo svezzamento noi abbiamo sempre seguito un percorso di autosvezzamento. E che cosa significa autosvezzamento? Significa prima di tutto attendere i segnali che il nostro bambino ci manda per farci capire che è pronto per il cibo solido. Il bambino viene rispettato nel suo percorso alimentare e gli viene data la dignità di poter scegliere quanto e cosa mangiare. Di solito ciò avviene attorno ai sei mesi, ma per alcuni bambini capita poco prima o più tardi; non vi è nulla di giusto o sbagliato in questo, solo la propria, unica, individualità. I pediatri tendono, per ragioni pratiche, a “omologare” tutti i bambini e a far iniziare ad un tempo prestabilito con gli omogeneizzati (spesso anche a 4 mesi) ma così facendo non si osserva il bambino nella sua unicità. Una cosa che invece sarebbe molto importante è l’allattare il bambino al seno in maniera esclusiva e a richiesta almeno per i primi sei mesi di vita, se ti va, puoi leggere questo mio post in merito all’allattamento. 

Autosvezzamento significa anche che tendenzialmente non si imbocca il bambino, il che può diventare sicuramente una pratica con dei risultati più pasticcioni, ma da la possibilità ai bambini di sviluppare nei propri tempi e nei propri modi abilità come mangiare con le posate etc. Infatti uno dei segnali che ci segnala che i tempi sono maturi sono anche un minimo di abilità nell’afferrare gli oggetti e la capacità di stare seduti da soli. Una delle cose che abbiamo sempre fatto è stata di mettere i nostri figli a tavola con noi, anche quando erano lontani dal tempo dello svezzamento,e, successivamente, quando questo è iniziato li abbiamo messi a tavola con noi con delle sedie alte e dei seggiolini da tavolo (non i classici seggioloni insomma) per renderli fin da sempre partecipi dei pasti. Nella mia esperienza poi, trovo che il miglior modo per far amare il cibo sano ai tuoi figli è quello di.. mangiarlo tu per primo. La nostra è una cucina che è stata fin da subito accessibile anche a loro, perché trovo inutile ed un po’ ipocrita pretendere che i bambini mangino certe cose se poi tu non le mangi, ovvero noi non abbiamo cambiato abitudini alimentari o preparazioni. A fronte di questo atteggiamento, loro stessi si sono sentiti ispirati a mangiare tutto (per esempio Mete e Rumi hanno iniziato a mangiare l’insalata da soli, perché vedevano noi). Inoltre non forziamo mai i bambini a mangiare un determinato cibo se non gli piace (anche se devo dire che è accaduto raramente che rifiutassero un cibo) perché rispettiamo il fatto che abbiano gusti personali e la voglia di poter scegliere. Infine, la chiave di un’alimentazione sana per i nostri figli, è quella di variare il più possibile e di avere una alimentazione equilibrata. Quindi non avere in casa cibo che è dannoso è un buon inizio, (della serie se non vuoi che mangino patatine e merendine non comprarle) e far conoscere il cibo in se al bambino è di grande aiuto (spiegategli le stagioni, ciò che stanno mangiando, da dove proviene, etc, anche se sono piccoli, non abbiate timore, i bambini capiscono tutto! Se volete leggere altro su questo argomento, ovvero far amare il cibo ai tuoi figli, puoi leggere questo post ). Nel percorso di auto svezzamento abbiamo seguito comunque un percorso in progressione sul come inserire gli alimenti. Siamo partiti dalla  frutta (mela, banana, mango, etc, facendone assaggiare più varietà possibile) e poi inserendo delle verdure, prima crude e poi cotte, aggiungendo poi man mano nel percorso  i cereali o pseudo cereali ed infine i legumi. Tendenzialmente, pur non avendo intolleranze, la nostra è una cucina glutenfree, ma abbiamo inserito anche il glutine nell’alimentazione del bambino, strada facendo. Insomma, le uniche cose che non hanno mai mangiato sono quelle che vorremmo non aver mai mangiato nemmeno noi e che in ogni caso non ci saranno mai… carne e derivati. Un’altra cosa che abbiamo fatto è stata quella di seguire le peculiarità del bambino che avevamo di fronte. Per esempio con Alma Luna, l’ultima arrivata, è stato chiaro fin da subito che non si sarebbe accontentata. Lei voleva mangiare esattamente quello che mangiavamo noi, senza troppa fase di transizione dal solo latte materno a frutta e via dicendo. Quindi dopo i primi frutti e le prime verdure, nel giro di 3-4 settimane, si è ritrovata a mangiare proprio tutto come noi. 

Ecco qui alcuni punti che possono essere dei buoni promemoria:

  • lo stomaco del bambino è davvero molto piccolo, quando nasce è grande come una noce e fino allo svezzamento è stato abituato al solo latte materno ( o in polvere in base ai casi) quindi non abbiate la pretesa di vederlo mangiare tonnellate di cibo e non preoccupatevi delle quantità: qualsiasi esse siano SONO GIUSTE per LUI , se gli date la possibilità di auto regolarsi (cosa di cui è assolutamente capace).
  • il bambino è assolutamente in grado di masticare, anche senza denti, e anzi, al fine di imparare una sana masticazione questa fase è cruciale. Inoltre con il cibo omogeinizzato o in forma semi liquida, il bambino tende a non riconoscere quando è davvero sazio, e rischia dunque di mangiare più del necessario ed in ogni caso a non autoregolarsi.
  • ricordiamoci che nell’intestino si trova il microbiota, ovvero il nostro insieme di microrganismi che, come sempre più dai recenti studi viene dimostrato, è responsabile anche del funzionamento del nostro sistema immunitario, e dal quale dipendono patologie anche importanti: ecco perché l’allattamento è davvero importante ed ecco perché anche le nostre scelte in termini di svezzamento faranno la differenza nel futuro stato di salute del bambino.
  • la probabilità di soffocamento del bambino è davvero molto bassa (fonte uppa). Informatevi sulle manovre in caso di ostruzione delle vie respiratorie (a prescindere dall’autosvezzamento) e siate fiduciosi, imparando anche a riconoscere il riflesso faringeo piuttosto che un reale soffocamento (puoi leggere qui )
  • I bambini sono abili, in qualsiasi cosa, anche nell’alimentazione. Dategli fiducia e come diceva Maria Montessori “mamma, aiutami a fare da solo” :  essi svilupperanno la loro autonomia con costanza e grande capacità. Siate rispettosi dei loro tempi, dei loro gusti e delle loro voglie.
  • Non pretendete da loro cose che non fareste voi stessi: perché rifilare loro degli omogeneizzati o dei cibi che non mangereste voi per primi? Rifletteteci, è un buon punto di partenza.
  • Se non vi sentite a vostro agio all’idea di dare la frutta intera o il cibo a pezzi al bambino potete seguire comunque il percorso di auto svezzamento somministrandoli in un formato più piccolo e al cucchiaio, avendo in ogni caso rispetto di quanto detto sopra.
  • una buona pratica che aiuta anche nel periodo di dentizione è dare da rosicchiare una carota, un finocchio, un cetriolo o una fetta di mela, aiuta a prender confidenza con il cibo e allo stesso tempo massaggia le gengive doloranti (ed è molto meglio dei giochini di plastica o silicone dedicati alla dentizione…)
  • Siate entusiasti! Proponete sempre con entusiasmo e coinvolgimento il cibo e sarà molto più apprezzato dai vostri figli. Questo processo forse richiede un po’ più di sforzo da parte vostra ma vi porterà sicuramente degli indubbi benefici.
  • Coinvolgete i vostri figli nella preparazione del cibo: gli farete così conoscere quello che stanno mangiando e renderli partecipi li renderà anche più propensi ad apprezzare quello che mangiano. Inoltre è un ottimo momento di aggregazione in famiglia.
  • Ricordiamoci cosa diceva Ippocrate: “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”; dunque variamo il più possibile, facendo combinazioni alimentari equilibrate, ricche anche di quei micronutrienti che possono aiutare il sistema immunitario (come determinate spezie, l’aglio, etc), inserendo sempre minerali, carboidrati, proteine, grassi sani; cercando di stare il più possibile in linea con ciò che offre la stagione e possibilmente acquistando prodotti da filiere biologiche e rispettose della salute del pianeta e delle persone.

E adesso una ricetta che è apprezzata da tutta la nostra famiglia: Quinoa al Topinambur .

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Le proprietà del topinambur: grazie al contenuto di inulina è una pianta molto adatta e indicata nella dieta di persone diabetiche in quanto l’inulina funziona come riserva di carboidrati (in sostituzione all’amido) indipendentemente dall’insulina. L’inulina è costituita da una catena di molecole di fruttosio terminanti con glucosio. A seconda della stagione della raccolta la lunghezza delle molecole di inulina varia e quindi la loro solubilità. Il topinambur passa per lo stomaco e il primo tratto dell’intestino senza venire digerito, solamente nell’ultimo tratto dell’intestino sono presenti dei bifidobatteri e dei lattobacilli in grado di rompere le lunghe molecole dell’Helianthus tuberosus il cui carattere fibroso ha un effetto molto positivo sulla flora batterica. Il tubero inoltre è ricco di sali minerali e in particolare potassiomagnesiofosforo e ferro come pure di selenio e zinco. Il topinambur è da sempre famoso per ridurre il colesterolo e per stabilizzare la concentrazione del glucosio nel sangue e dell’acido urico (fonte Wikipedia).

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Ingredienti:

3 tazze di quinoa

6 tazze di acqua

1 spicchio di aglio

500 gr di topinambur

2 cucchiai di lievito alimentare

1/2 bicchiere di latte veg (io ho usato riso)

prezzemolo tritato fresco o congelato

sale, pepe

olio di canapa

Preparazione: mettere la quinoa e l’acqua in un pentolino e lasciar cuocere a fuoco medio fino a quando la quinoa avrà assorbito tutta l’acqua e si sarà ben aperta (se necessario aggiungere acqua qb). Nel frattempo lavare il topinambur con una spazzolina di cocco per verdure con dell’acqua e poi tagliarle a pezzetti insieme all’aglio tritato. Mettere in una padella con dell’acqua a soffriggere finchè risulterà morbido alla forchetta. Trasferire poi in un frullatore a bicchiere, aggiungere il latte, il lievito, il prezzemolo, sale, pepe e 2-3 cucchiai di olio di canapa. Frullare, mescolare con la quinoa e servire.

Rainbow hugs 🌈 21-04-2020

 

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