SLOW LIFE šŸŒ€ O DEL VIVERE IN NATURA šŸŒ³šŸ”šŸŒ»

In un mondo che corre, sempre più veloce, sempre più impazzito, in direzioni che sono per lo più effimere e materialistiche, la terra che sento sotto i miei piedi non fa che infondermi ancora più serenitĆ . Riflettevo in questi giorni di imminente nuova chiusura che non posso immaginare di dover dipendere da decisioni altrui sulla possibilitĆ  di stare all’aria aperta, in contatto con la natura, libera di sentire il sole sulla mia pelle e l’aria fresca. E’ curioso come le fondamentali della nostra esistenza siano sempre più delegate ad ā€œaltriā€, come ci siamo quasi dissociati da noi stessi, per cui eventi importanti come nascita, istruzione, salute e libertĆ  siano al di fuori della nostra competenza. Ma non voglio dilungarmi troppo in questo aspetto del discorso, quello che volevo condividere oggi ĆØ cosa significa per me/noi. 

Vivere qui in campagna ed in natura significa principalmente crearci i nostri ritmi, che vanno abbastanza di pari passo con le stagioni e i cicli della natura. Con la luce del sole ci si sveglia con il buio si va a nanna. Con la luna crescente si piantano le piantine nell’orto o si seminano i semini. Si zappa la terra e si rigira il compost, si mescola con la terra dove metteremo nuove piantine. Le foglie che cadono dagli alberi non vengono tolti dal terreno, per aiutarlo a rigenerarsi e a creare fertile humus, si aiuta a volte con carta e cartone a far trovare pappa e rifugio ai lombrichi, amici degli orti. Non si strappano fiori, piantine o cosiddette erbacce, perchĆ© tutte possono convivere ed aiutarsi, in maniera sinergica (che grande insegnamento a cui guardare quando si pensa a come si vuole la societĆ  in cui si vive). 

Si cerca di consumare per lo più ciò che si produce, anche se in realtĆ  siamo lontani dal poter essere autosufficienti, perchĆ© siamo in due adulti e tre bambini sotto i quattro anni e per quanto ci sforziamo non ĆØ facile trovare il tempo di fare tutto. Però per fortuna questa casa che abbiamo comprato ha questo terreno ricco di alberi da frutto (che poi ĆØ il motivo principale per cui ci siamo innamorati) e cosƬ durante tutto l’anno a parte l’inverno c’è sempre qualche frutto da raccogliere. Iniziamo in primavera con nespole e gelsi, poi arrivano le albicocche, i primi fichi fioroni, prugne, pere, fichi, uva, cachi, melograni, fejoje, e per ultimi gli agrumi. Per esempio quest’anno i nostri agrumi (a parte il limone) non hanno nemmeno un frutto, con nostro grande rammarico. E cosƬ non avremo ne arance, mandarini, clementine da raccogliere. Anche questo ĆØ un insegnamento, forse il più importante: dare il giusto valore alle cose quando ci sono, perchĆ© non ĆØ affatto scontato che ci siano sempre. 

Il primo anno che eravamo in questa casa non abbiamo fatto lavori extra, uscivamo dalla ristrutturazione, inoltre c’erano cosƬ tante cose da sistemare ancora, più un pancione e due figli piccoli di cui occuparsi. Quest’anno invece abbiamo iniziato a costruire le nostre riserve di sole. Abbiamo iniziato con i gelsi: prima di tutto li ho essiccati, perchĆ© li uso molto nella cucina crudista, che grande soddisfazione usare i nostri! Poi, dato che il gelso ĆØ un albero davvero generoso, abbiamo fatto anche diverse marmellate, da spalmare sul nostro pane ai semi senza glutine fatto in casa (trovi la ricetta nel mio Ebook) insieme al burro di mandorle o di arachidi, una vera bontĆ  per merenda che i miei figli adorano. Avremmo voluto essiccare qualche albicocca ma a diffrenza dell’anno precedente ha fatto molti meno frutti,e  cosƬ semplicemente ce li siamo goduti freschi. Adoro alzarmi al mattino e andare a raccogliere la colazione direttamente dall’albero.. che sensazione meravigliosa!

Poi abbiamo messo via il basilico per l’inverno, un po’ sotto sale e olio (trovi la ricetta qui) un po’ semplicemente in freezer; e anche i peperoncini, perchĆ© li adoro freschi (mentre detesto il peperoncino essiccato) e cosƬ li congeliamo interi e li usiamo quando ci servono: perfetti! E poi ĆØ arrivata la follia delle follie: fare le passate e le conserve di pomodoro. Sono stati 3-4 giorni di vero panico perchĆ© fare tutto quel lavoro con i bambini senza nessun supporto ĆØ stato davvero faticoso e un po’ snervante a tratti. Il peggio ĆØ stato quando, dopo qualche giorno, abbiamo notato un odore strano nello stanzino- dispensa: stavano fermentando TUTTE. Non vi dico la disperazione e la tristezza per lo spreco non solo di cibo ma anche di energie e fatiche! E’ andata meglio con le noci e le nocciole: quest’anno, a differenza dell’anno scorso sono state super abbondanti e le abbiamo raccolte e messe via per l’inverno, con grande soddisfazione di tutti noi! Quando rompo i frutti con i gusci interi nel nostro mortaio mi assale una tale sensazione di benessere da divenire un vero e proprio momento zen. 

In questi giorni invece abbiamo raccolto le nostre olive, troppo poche per essere portate al frantoio per farci l’olio (quello lo prendiamo da un amico che ha dei terreni qui vicino con olive secolari che vengono raccolte come dio comanda… perchĆ© se vi raccontassi come fanno l’olio ci pensereste su 10 volte prima di comprarlo di scarsa qualità….ma ve ne parlerò in un altra occasione) ma sufficienti per farci le conserve… le ho fatte sotto sale alla siciliana, le adoro! Invece Matteo le ha fatte in salamoia, ma io le preferisco decisamente al sale. Ci stiamo gustando anche le nostre melagrane in questi giorni e da un paio di giorni, per la felicitĆ  di Mete che ama andare a raccoglierle da terra ogni mattina, e la felicitĆ  di Rumi ed Alma che se le ritrovano nel cesto, sono iniziate le fejoje, un frutto tropicale brasiliano che piace a tutti noi. In questi giorni Mete e Rumi hanno anche voluto farsi un orto tutto loro. Erano giorni che dissodavano e zappavano un pezzetto di terra e oggi ci hanno piantato insalate e finocchi. Mi riempie di gioia vedere queste scene perchĆ© la questione fondamentale per me ĆØ che sappiano che cosa comporta avere il cibo e da dove viene… non nasce certo sullo scaffale del supermercato.Ā 

E insomma ecco cosa ĆØ per noi slow life, che si può anche definire full life nel nostro caso, giornate che si muovono al ritmo della natura e delle nostre esigenze, impegni, necessitĆ . Con l’ascolto verso noi stessi e l’ambiente che ci circonda. Attendevamo con ansia l’arrivo del nostro amico pettirosso e qualche mattina fa eccolo sui rami del nespolo. CosƬ a suo agio che sembra sempre chiamarci quando siamo fuori, e resta vicino a dove siamo, anche solo un paio di metri di distanza, senza fuggire se ci alziamo o camminiamo. Queste scene mi riempiono il cuore di felicitĆ , perchĆ© questa nostra piccola oasi, ĆØ per noi ma anche per loro, gli animali. Il riccio che abbiamo trovato questa estate, il serpente che ogni tanto vediamo, i rospi, topolini di campagna e poi ovviamente tanti uccelli ed insetti. Certo non ĆØ la giungla lussureggiante o un bosco sperduto ma a maggior ragione per dove siamo localizzati, ovvero in mezzo a tanta campagna coltivata e spesso violentata da prodotti chimici e l’invadenza dell’essere umano, sono felice che ci sia la nostra piccola isola. Di caos, di tante cose da fare e mai finite, ma anche piena di felicitĆ , abbracci, manine perennemente appiccicose di frutta e sorrisi sporchi di terra.Ā 

E’ la possibilitĆ  di costruire le cose lentamente, come una doccia esterna in legno dalle potature del nostro pino, o il porta rifiuti, o la sedia per i nostri figli. E’ vedere tramonti bellissimi seduti fuori, o osservare le stelle delle notti di luna nuova. E’ osservare il cielo e sapere che le nuvole che vengon da est non portano pioggia mentre da ovest si, e che il vento del nord asciugherĆ  in fretta i vestiti stesi.

 La nostra vita , ĆØ la nostra. Possiamo sempre scegliere come viverla. Sta solo a noi metterci nelle condizioni per trarre il meglio dalla nostra esistenza. 

Rainbow Hugs 🌈 6 NOVEMBRE 2020

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