ZERO WASTE FAMILY ♻️ UPDATE: COSA FUNZIONA 🔝 E COSA NO ❌

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Il percorso zero waste è irto di salite e discese, di successi e fallimenti. Il punto è che è un processo in essere per tutta l’umanità, che mai prima d’ora si era ritrovare ad affrontare una situazione come quella attuale. Dunque è tutto in continua evoluzione e non è affatto un percorso semplice, anche perché ad oggi non è ancora decentemente supportato dalla società stessa, che anzi persevera per lo più nel suo stile di vita assolutamente insostenibile e dannoso per l’ambiente in cui vive. Come famiglia la sfida è ancora più ardua, se possibile, e oggi ho deciso di aggiornarvi su quel che finora abbiamo visto funzionare di più e quello che funziona di meno (potete leggere i post precedenti qui ; qui e qui).

Igiene personale:

continua il nostro percorso con i pannolini lavabili per i bambini  (leggi qui e qui) e dei nostri siamo molto soddisfatti. Sono tre anni che li stiamo usando non-stop e tra poco li utilizzeremo anche per la bambina che arriverà (Mete non usa più il pannolino di giorno da quando aveva 17 mesi però la notte ne fa ancora uso). Un investimento dunque che ha felicemente superato tempo e sfide!

dentifricio: il dentifricio di cocco che ho messo nel post precedente funziona molto bene ma ha la pecca della stagionalità, per cui adesso che qui fa caldo non lo teniamo nel frigo perché è troppo impegnativo – la nostra routine mattutina è già molto impegnativa così come è con i due nani da lavare, vestire, a cui fare la colazione,etc. E così abbiamo ricomprato il dentifricio della Weleda che è nel tubetto di alluminio e per adesso va così.

spazzolini da denti: purtroppo questo inverno, per la prima volta, abbiamo avuto problemi con i nostri amatissimi spazzolini di bamboo. Si sono riempiti di muffa e abbiamo provato più volte a sostituirli, ma poi ho rinunciato anche perché non potevo continuare a comprare spazzolini nuovi con cui sostituire altri spazzolini nuovi…  allora ho optato per degli spazzolini in plastica con testina ricaricabile. Adesso per un bel po’ useremo questi perché appunto sono di plastica ma almeno è un pezzo piccolo quello che si butta (certo che 8 miliardi di pezzi piccoli….). E’ stata una scelta sofferta ma dovuta. Poi ho scoperto che ci sono degli spazzolini in materiale biodegradabile tipo plastica come quelli della Jack N Jill, ma ormai era troppo tardi. Con questo non voglio suggerire di non acquistare gli spazzolini in bamboo, che restano a mio avviso i migliori: noi li abbiamo usati felicemente per quattro anni e solo recentemente abbiamo avuto questo problema. Appena le testine ricaricabili finiranno, acquisterò di nuovo quelli biodegradabili, tenendo quelli di plastica per eventuali altre emergenze.

Continuo ad usare l’olio di mandorle per il corpo, che compro in quantità (1 lt) e con cui poi ricarico la mia solita bottiglietta riciclata di vetro. Recentemente ho avuto modo di provare alcuni- fantastici- prodotti della linea Fair Squared. Sono vegan,  biologici, fair trade ed ecofriendly: l’olio di argan è fantastico, lo uso per il viso e mi trovo benissimo; la crema alle mandorle per le mani è ricca e nutriente senza ungere ed infine per una donna all’ottavo mese di gravidanza (ma non solo) la crema rinfrescante per i piedi al lime è una botta di vita. Il tutto, fantasticamente, in contenitori di vetro con tappo di metallo. Un super upgrade è stato l’acquisto di un rasoio riutilizzabile, questo di BamBaw (che già conoscevo perché acquistato le loro cannucce di bamboo): di solito faccio la ceretta (bio, vegan ed ecofriendly, è infatti allo zucchero e me la fa la mia amica estetista ed operatrice ayurveda) ma durante questa gravidanza la ceretta mi provoca una tremenda follicolite, per cui ho dovuto smettere di farla. E poi in generale l’estate il rasoio fa sempre comodo…. e così ho finalmente acquistato questo. Per quanto entusiasta vi confesso che ero comunque un po’ timorosa: pensavo di tagliuzzarmi un po’ ed invece… NULLA! E’ facilissimo, sicuro ed il risultato è fantastico! Lo consiglio davvero, un prodotto davvero di qualità.

Igiene casa:

riconfermo quanto detto nel post precedente: aceto uber alles! Ovvero l’aceto è ormai il nostro migliore amico di sempre, e non vedo l’ora di fare il super upgrade e autoprodurlo (visto che abbiamo un meraviglioso vigneto, questo autunno è il nostro progetto number one). Anche il bicarbonato resta uno dei miei ingredienti preferiti. Per quanto riguarda il lavaggio dei piatti, siamo un po’ in crisi. Finora tutti i detersivi autoprodotte non ci hanno mai convinto del tutto. Chi perché troppo liquido, chi perché troppo denso, chi perché privo di schiuma… insomma… c’è ancora da lavorare. Finora rimane il preferito quello ottenuto dalle noci saponine, ma vorrei davvero una consistenza più tipo gel. Per la lavatrice il detersivo che vi avevo segnalato continua a funzionare molto bene, quello in polvere. (vedi post precedente). Nel comprare un detersivo per i piatti ho optato per uno ecologico e con contenitore di plastica 100% riciclata.

Abbigliamento:

Come già detto, i vestiti ormai arrivano solo dal mercato dell’usato, ed è davvero bellissimo. In questo mercato ci sono delle meravigliose bancarelle dove si possono trovare lenzuola e tende “come una volta” quelle fatte di quei cotoni e lino meravigliosi, tessuti di qualità e senza tempo. Mi sono divertita a trasformarli in un set estivo per il letto di Mete, con un tocco un po’ gypsy riutilizzando scarti di stoffe che ho usato per fargli dei vestiti. Mi piace produrre le cose, se mi conoscete lo sapete già: l’amore ed il tempo che dedichiamo a fare qualcosa implicitamente ci fa riconoscere il valore degli stessi, o piuttosto il non valore nel caso opposto: prodotti da pochi euro che si trovano in stock di migliaia… beh, valgono quello che valgono e hanno però un costo altissimo per qualcun altro e per il pianeta.

Cibo:

Questo è il settore dove si può fare meglio e dove però è anche più facile cadere in trappola. Fintanto che siamo regolari con il portarci l’acqua da casa e ad evitare i supermercati è abbastanza semplice essere piuttosto plastic free. Andare al mercato o dove possiamo trovare ingredienti sfusi è la soluzione migliore per evitare packaging inutili e dannosi, ma a volte non è possibile e si finisce al supermercato… E da li usciremo sicuramente con il carico di plastica che nel resto del mese non avevamo prodotto! Noi cerchiamo di comprare grandi quantità di ciò che consumiamo di più e con regolarità e che non troviamo al mercato o attraverso il GAS (che però qui non è molto attivo) attraverso internet; tipo fiocchi di avena, grano saraceno, semi di girasole e semi di sesamo. Con i fiocchi di avena e il grano saraceno faccio farina per il pane, biscotti, etc; l’avena la usiamo molto anche per fare la granola, la rawnola o il più classico degli oatmeal, i semi di girasole li utilizzo in generale per preparazioni crudiste e come condimento di altri piatti (insalate, maionese raw, granola, pane, etc) ed i semi di sesamo a parte i condimenti vari li utilizzo per autoprodurre la tahin. Autoproduciamo anche la crema di mandorle (mandorle sfuse locali comprate al mercato), il burro di arachidi ed il latte di mandorle. Recentemente un super upgrade è stato quello di acquistare una macchina del pane. Già producevamo il pane ma così è davvero molto più facile, soprattutto se hai dei bambini e mille cose da fare o semplicemente perché non ami panificare (io amo cucinare ma panificare non è mai stata la mia passione). E così adesso faccio regolarmente il nostro pane glutenfree e … lo yogurt! Si perché si può fare anche lo yogurt con questa macchina ed è fantastico. Lo facciamo o di soia o di mandorle e viene buonissimo. Carico di probiotici per tutta la famiglia è una fresca alternativa con cui mangiare la granola. Prima ne compravo ogni tanto per i bambini a cui piace, ma sempre con rammarico, sia per la plastica che per lo zucchero che ci si trova dentro etc. Adesso facciamo il nostro yogurt bio e senza zucchero. Fantastico! (in alternativa a volte faccio lo yogurt di cocco, ma siccome è un po’ costoso da produrre e non proprio a km zero cerchiamo di ridurne le quantità).  Ho cucito delle nuove product bags perché le precedenti si erano rovinate, le ho fatte utilizzando un bel lenzuolo di cotone che ho preso al mercato dell’usato. La cosa più significativa che facciamo è di certo autoprodurre attraverso il nostro orto e dedicarci a raccogliere ciò che la natura ci offre spontaneamente (per esempio abbiamo raccolto la camomilla con i bambini ed è stato bellissimo), abbiamo poi molti alberi da frutto come albicocche, gelsi, limone, pesche, etc da cui attingere con grande gioia nostra e dei bambini, che stanno anche imparando il ciclo delle stagioni e della maturazione della frutta attraverso questo processo.

In generale vorrei dire che: ogni piccolo passo è una grande conquista ed è qualcosa di reale che state facendo. Nessuno è perfetto. Essere zero waste è , allo stato attuale delle cose, un utopia e soprattutto un po’ impegnativo: bisogna uscire dallo schema mentale del tutto pronto tutto facile e impegnarsi un po’ di più, e questo, nella vita quotidiana di una famiglia, non sempre è facile. Se c’è volontà si fa, ma mi rendo conto che non per tutti è semplice. Dipende anche da dove vivete (per esempio quando eravamo al nord non c’erano i mercati che abbiamo qui di frutta e verdura locali) e dunque dalle possibilità che vi offre l’ambiente. Altra questione: la plastica è il nemico ma ciò che abbiamo continuiamo ad utilizzarlo in nome della sostenibilità. Inutile fare il cambio con cose più fighe e sostenibili ma nuove, è un po’ il cane che si morde la coda. Per esempio: ho delle bustine di plastica riutilizzabili di ikea da una vita e finché ci saranno… le utilizzerò, per quanto ci sia di meglio. Non abbattiamoci e non giudichiamoci troppo se ci capita di comprare confezioni di plastica o qualcosa di non propriamente sostenibile. Non è una gara, non dobbiamo essere perfetti, dobbiamo solo fare del nostro meglio (che già è tanto e dire solo è un errore). Una buona pratica è comprare di meno, e comprare bene, premiando chi si impegna a fare le cose bene sia per l’ambiente che le persone, e/o le piccole imprese.

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Infine, come famiglia, penso che il nostro compito più importante sia quello di educare i nostri bambini a comportarsi in un modo più sostenibile rispetto a come abbiamo fatto noi e le precedenti generazioni, questo sarà il vero, grande upgrade, per noi e l’umanità.  Ho notato che per i bambini è molto naturale fare determinate scelte, se è stato loro spiegato il perché e il percome. Mete non mi chiede mai- o quasi- in generale di comprargli qualcosa, e mi fa tenerezza quando siamo in giro e mi dice “mamma ma perché vendono i giochi di plastica?”, oppure il fatto che in generale si preoccupa della plastica o ci fa notare se la trova in giro…. Questo è uno degli esempi… ma ce ne sono molti altri!

To be continued ➡️

Rainbow Hugs 🌈 25-06-2019

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